Parco Nazionale del Gargano
SUPERFICIE: 121.118 ha
ANNO DI ISTITUZIONE: 1991
ALTITUDINE MASSIMA: 1008 m s.l.m.
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: lo “sperone” della penisola si raggiunge dalle uscite di Poggio Imperiale, San Severo, Foggia e Cerignola dell’Autostrada Pescara-Bari e si percorre tutto con la Strada Statale 89 da cui si devia per tutte le località più interessanti.
INFORMAZIONI: Ente Parco Nazionale del Gargano, via Sant’Antonio Abate 119, 71037 Monte Sant’Angelo (FG), tel. 0884/565579, fax 0884/561348.
PERIODO DI VISITA: tutto l’anno.
ATTIVITÀ PER I VISITATORI: escursionismo naturalistico; è presente un museo naturalistico.
SENTIERI: esistono sentieri e itinerari segnalati.
ALLOGGIO: alberghi, pensioni e campeggi nei comuni dei parco.
Lo Sperone Verde
Le foreste del Gargano nei secoli sono passate nelle mani di longobardi, bizantini, saraceni, normanni, svevi, angioini e albanesi fino a che nel 1866 vennero acquisite dal demanio dello stato. Oggi il Parco Nazionale comprende tutto il promontorio del Gargano e si allunga fino alle zone costiere a sud di Manfredonia, proteggendo entro i suoi confini un complesso naturale di immenso valore. Ad iniziare dalle spiagge, dalle scogliere e dai loro faraglioni, ancora in ampi tratti integre, per passare alle grandi pinete in cui i pini d’Aleppo sporgono acrobaticamente sul mare dalle rocce, alle assolate garighe interne, alla macchia di ginepri, lentischi, mirti ed eriche che salendo si mescolano ai lecci, alle roverelle, alle famie e ai cerri maestosi. Intorno agli 800 metri di quota il faggio diventa protagonista e a stento ospita gruppetti di giganteschi tassi che arrivano ad avere tronchi di 2 metri di diametro. E poi ci sono ancora le steppe e le zone umide costiere.
Il Parco Nazionale del Gargano offre quindi agli amanti della natura e dell’osservazione della fauna una varietà di situazioni di grande interesse difficilmente riscontrabile in una sola area protetta. Nelle foreste vive il capriolo garganico, una razza purissima di dimensioni ridotte, difficilissimo da incontrare ma da seguire interpretando tracce e segni; abbondano i cinghiali e gli scoiattoli, vivono i tassi, le faine e tutte le schiere della schiva fauna forestale. Più facile scoprire con il binocolo nelle ombrose foreste un colombaccio, le ghiandaie o il raro picchio dalmatino.
Nelle zone del promontorio esposte a sud, più povere di vegetazione e caratterizzate da ampi tratti di pascoli a gariga, il birdwatcher potrà scoprire il rondone pallido, il passero solitario dal magnifico piumaggio blu, il gruccione multicolore e, cercandolo con pazienza, il capovaccaio, il piccolo avvoltoio bianco e nero frequentemente disegnato nei geroglifici egiziani che in queste zone ha uno degli ultimi rifugi della nostra penisola.
Altrettanto interessanti saranno le osservazioni ornitologiche nelle aree steppiche nell’entroterra di Manfredonia, dove se si è fortunati è ancora possibile osservare la gallina prataiola, ormai presente nel nostro paese solo in Puglia e in Sardegna proprio a causa della distruzione da parte dell’uomo di questi ambienti, quasi tutti ormai trasformati dall’irrigazione in coltivazioni estensive. Infine le grandi paludi di Frattarolo, a sud di Manfredonia, soprattutto dall’autunno alla primavera, brulicano di uccelli acquatici, di immensi gruppi di anatre selvatiche di ogni specie, di grandi branchi di oche “grigie”,
di trampolieri di ogni genere, dai piccoli gambecchi ai cavalieri d’Italia e alle avocette, fino agli aironi bianchi maggiori e ai mignattai dal bel piumaggio purpureo con riflessi metallici.
Per un solo Parco Nazionale, non è poco.