Riserva di Monte Arcosu
SUPERFICIE: 3600 ha
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: nella Sardegna Meridionale (Sulcis), 20 km a ovest di Cagliari, nel complesso forestale di Monte Arcosu Piscinamanna. Da Cagliari, in automobile, seguire la strada per Pula, girare per Capoterra e proseguire fino alla chiesa campestre di Santa Lucia, da qui seguire la segnaletica WWF per l’oasi.
PERIODO DI VISITA: aperta tutto l’anno (tranne agosto settembre), il sabato e la domenica. Le scolaresche e i gruppi negli altri giorni.
Informazioni su Prenotazioni presso la Cooperativa “Il Caprifoglio”, tel. 070/968714.
Monte Arcosu
La Riserva del Monte Arcosu raccoglie un angolo verde, dalla bellezza dirompente, nel cuore della Sardegna. Si tratta dell’intero bacino, montuoso e boscoso, del rio Guttureddu, un affluente del Gutturumannu, circondato dalle vette granitiche dei monti Is Cabioleddus, Is Cabriolusu (in sardo, cabriolu è il cervo), Is Panizzadas, Lattias, Gennastrinta, Gutturu Ludragus e altri. Provenendo da Cagliari, una lunga strada sterrata si inoltra in una vasta e aperta vallata, dominata da un paesaggio tipicamente pastorale, fino ad arrampicarsi, in una vegetazione sempre più verde e folta, alle foresterie dell’oasi.
Creata dall’associazione nel 1984 per proteggere l’ultima popolazione di cervo sardo (un ungulato endemico dell’isola), la Riserva di Monte Arcosu è il frutto della mobilitazione di tutti gli amici dell’associazione.
Fu infatti grazie alla somma racimolata dai soci, dalle scuole, dagli appassionati di natura, che il WWF riuscì ad acquistarne i 3000 ettari trasformandoli nell’oasi più bella e più estesa. Protetta dalle guardie, la sparuta e superstite popolazione di cervo sardo si è qui riprodotta, al sicuro dai lacci dei bracconieri. Sono infatti quasi 450 i cervi sardi che oggi popolano la riserva. È possibile sorprenderli all’alba mentre timidamente si avvicinano ai pascoli che circondano la foresteria, oppure all’imbrunire, quando si radunano nei piccoli chiari della macchia. Ma, soprattutto, li sentiamo a settembre quando il bramito dei maschi accompagna le notti stellate. Non sono gli unici ospiti dell’oasi: vivono infatti a Monte Arcosu, gatti selvatici, grifoni, le variopinte ghiandaie marine e poi ancora picchi, corvi imperiali, falchi pellegrini e poiane.
Ma i veri protagonisti dell’arca protetta sono i boschi, la macchia, gli alberi, i torrenti. Le fioriture della lavanda selvatica, dei cisti, dei corbezzoli, delle eriche, dei mirti esplodono in primavera per alternarsi nelle stagioni successive in un turbinio di colori e profumi.
Bisognerebbe non parlare dei torrenti che bagnano il granito dell’oasi, lasciando così al visitatore l’incanto di scoprire da solo queste lingue celesti e freddissime che scorrono accompagnate dalle fronde rigogliose degli oleandri selvatici, piegate dal peso dei troppi fiori, rosa e bianchi.
Non mancano a Monte Arcosu tassi secolari, lecci maestosi e poi, ancora, sughere, ginepri, in un unico verde, verdissimo. Nel 1996 il WWF, con i fondi raccolti con l’operazione beniamino, ha potuto allargare la proprietà acquistando altri 600 ettari della splendida e antica foresta del Sulcis. Non mancano i sentieri per accompagnare il visitatore fra le bellezze dell’Oasi: facili per i meno allenati, su, dritti per le montagne, per i più ambiziosi. È proprio dopo una lunga scarpinata, a tratti verticale, che è possibile accedere ad uno degli angoli più incantati della riserva. Siamo sul monte Lattias dove, in un alto pianoro circondato da pinnacoli e dita di granito, con un panorama mozzafiato sulla foresta del Sulcis, sgorga all’improvviso una sorgente cristallina, circondata da un tempietto di sughere, abbeveratoio di uccelli e cervi e pascolo di pernici sarde. È impossibile in questo angolo di paradiso non naufragare in un mare di verde e di pace.